Dalla “ghibilificazione” alla “mascolinità fragile”: Babbel svela le 12 parole del 2025 che hanno ridefinito la nostra realtà

Dalla “ghibilificazione” alla “mascolinità fragile”: Babbel svela le 12 parole del 2025 che hanno ridefinito la nostra realtà
Photo by Artur Voznenko / Unsplash

Dalla politica all’economia, dalla tecnologia alla cultura pop, la lingua è uno specchio dei tempi: svela le preoccupazioni, le passioni e persino l’ironia con cui si interpreta e affronta la realtà. Con l’anno che volge al termine, è il momento di osservare come certi termini siano diventati virali, come nuove espressioni siano entrate a far parte del linguaggio quotidiano e come parole già note abbiano assunto significati inediti. Per il settimo anno consecutivo, gli esperti linguistici di Babbel, l’app per l’apprendimento delle lingue, propongono l’ormai tradizionale retrospettiva linguistica e culturale, analizzando le 12 parole simbolo del 2025, una per ogni mese dell’anno appena trascorso.

“Il 2025 è stato un anno di forti contrasti e contraddizioni: mode e trend virali si sono contrapposti a crisi umanitarie profonde e sfide di portata globale. La retrospettiva di quest’anno ci restituisce un mosaico complesso e sfaccettato,  permettendoci di analizzare i cambiamenti e le tensioni che pervadono la nostra epoca attraverso la lente della lingua, da sempre acuta osservatrice e interprete della realtà che ci circonda” commenta Sofia Zambelli di Babbel.

Gennaio: fact-checking

Il termine “fact-checking” (letteralmente “verifica dei fatti”) ha acquisito rinnovata attenzione a inizio anno dopo la decisione di Meta di interrompere il programma di verifica delle informazioni tramite “fact-checker” indipendenti sui social dell’azienda statunitense. Questa scelta ha segnato un cambiamento profondo nel modo in cui la  disinformazione e le fake news vengono gestite online, sollevando preoccupazioni sulla minore efficacia nell’identificazione e correzione di contenuti falsi.

Febbraio: mascolinità fragile

La partecipazione di Lucio Corsi - con i suoi abiti fiabeschi, la sua estetica ricercata e i suoi testi che parlano apertamente di non essere un “duro” - al festival musicale più importante d’Italia, ha acceso una riflessione collettiva sul significato di mascolinità. Molte conversazioni si sono concentrate su come il cantante toscano sia diventato il simbolo della cosiddetta “mascolinità fragile”: un’espressione che indica tutti quei comportamenti che si discostano dal modello tradizionale del “maschio alfa” basato su agonismo, vigore e soppressione dei sentimenti per apparire forti e invulnerabili. In netto contrasto con questa genuina espressione di sé, un altro archetipo che è recentemente emerso nel dibattito pubblico è l’“uomo performativo”, che ostenta sensibilità, non per autentica convinzione, ma per costruire un nuovo status sociale rischiando di svuotare di significato la battaglia per una mascolinità autentica.

Marzo: ghibilificazione

Questo neologismo - nato dall’unione  di “Ghibli” con il suffisso inglese  “-fication”, che indica un processo o una trasformazione - non è stato solo un trend passeggero, ma si è rapidamente affermato come termine di riferimento nel dibattito globale sul complesso rapporto  tra creatività e IA. “Ghibilificazione” è diventato un vero e proprio indicatore sociolinguistico, cristallizzando le ansie collettive riguardo alla capacità dell’IA di appropriarsi dello stile artistico e di trasformare la sensibilità estetica di una cultura pop - come quella dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki - in un prompt da digitare. Questo fenomeno ha amplificato un nodo etico-legale cruciale: “fino a che punto un algoritmo può replicare la voce di un artista senza violarne la proprietà intellettuale?”.

Pope Francis
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Aprile: conclave

La scomparsa di Papa Francesco I, avvenuta lo scorso 21 aprile, ha riportato al centro del dibattito pubblico la parola “conclave”: l’assemblea dei cardinali chiamata a eleggere il nuovo pontefice. Dal latino “cum clave” (“chiuso a chiave”), l’evento, culminato nell’elezione di Leone XIV, ha catalizzato l’attenzione della comunità cattolica (e non solo!) mondiale sulle dinamiche della successione papale. La curiosità per i retroscena vaticani è stata alimentata anche dal ritorno, proprio in quei giorni, del film omonimo del 2024, che ha offerto uno scorcio suggestivo dietro le quinte del Vaticano.

Maggio: Labubu-mania

Il 2025 è stato l’anno dei Labubu, gli art toy che hanno ridefinito il concetto di collezionismo di massa a livello globale. Molti non sanno che i Labubu esistono da oltre dieci anni e che la loro origine è artistica più che commerciale: sono infatti una creazione  dell’illustratore di Hong Kong Kasing Lung. Il loro successo è dovuto però alla strategia delle “Blind Box” - scatole a sorpresa vendute in piccoli lotti - che ha trasformato l’acquisto in un rituale partecipativo sui social. Questa “economia della sorpresa” ha scatenato una sorta di “FOMO” collettiva, alimentando la curiosità di scoprire e possedere oggetti rari, e trasformando i Labubu in uno status symbol, soprattutto tra i più giovani.

A plush toy keychain hangs from a purse.
Photo by Dushawn Jovic / Unsplash

Giugno: epidemia di solitudine

L’epidemia di solitudine è un fenomeno in rapida espansione,  descritto come una condizione in cui un numero crescente di persone sperimenta sentimenti persistenti di isolamento e mancanza di relazioni significative. Il termine è diventato virale a seguito della pubblicazione, lo scorso  giugno, del report condotto dall’Organizzazione mondiale della sanità “From loneliness to social connection: charting a path to healthier societies”. Secondo questo documento, la mancanza di connessioni sociali porta a più di 870.000 decessi ogni anno, con una diffusione più critica tra gli under 30.

person holding green and white striped shirt
Photo by Emerson Vieira / Unsplash

Luglio: kiss-cam

Tra i concerti più chiacchierati dell’anno c’è stato quello della band inglese Coldplay in Massachusetts. Durante l’evento, la celebre “kiss cam” (la telecamera che inquadra  il pubblico invitando le coppie a baciarsi) ha ripreso una coppia intenta ad abbracciarsi, generando oltre 50 milioni di visualizzazioni su TikTok e altri social. Il loro evidente disagio ha scatenato da un lato speculazioni pubbliche sulla loro relazione e, dall’altro, un acceso dibattito sul sempre più labile confine tra intrattenimento e privacy personale nell’era dell’iperconnessione.

Agosto: crash-out

Tra le espressioni che meglio contraddistinguono il “mood” delle giovani generazioni nel 2025  spicca “crash out” (crollare). Questa locuzione inglese descrive il momento in cui la pressione emotiva accumulata diventa insormontabile, sfociando in uno sfogo improvviso e impulsivo. A differenza del “burn out”, che rappresenta un lento e silenzioso esaurimento, il “crash out” è una reazione visibile che viene spesso condivisa sui social media. Qui, la  condivisione di questi momenti non è un semplice sfogo personale, ma un atto deliberato di vulnerabilità e autenticità, che trasforma l’esperienza individuale in un segnale di malessere collettivo.

Settembre: legacy

La parola di settembre è stata “legacy” (eredità), risuonata con forza in Italia e in tutto il mondo dopo la scomparsa dello stilista Giorgio Armani il 4 settembre. Il dibattito non si è fermato al tributo per il suo stile iconico, minimale e sofisticato, artefice della rivoluzionaria “giacca destrutturata”, ma si è esteso alla sua eredità imprenditoriale. Armani, lasciando la maggioranza delle quote alla Fondazione Armani, ha compiuto quello che è stato definito il suo “ultimo capolavoro”: una scelta coraggiosa per blindare l’indipendenza del marchio e garantire la continuità e il valore del Made in Italy, in un mercato globale dove molte grandi maison finiscono inglobate da conglomerati esteri.

Ottobre: sumud

Il protrarsi del conflitto tra Palestina e Israele ha dato vita alla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa umanitaria guidata da civili con lo scopo di rompere il blocco israeliano della Striscia di Gaza. La flotta, con a bordo attivisti, operatori umanitari, artisti, avvocati e marinai da tutto il mondo, è arrivata nelle acque internazionali al largo di Gaza il 1° ottobre, ma è stata intercettata da abbordaggi armati da parte della marina israeliana prima che arrivasse a destinazione. È interessante soffermarsi sul significato della parola “sumud” (in arabo “صمود”), non immediatamente traducibile in italiano: fa riferimento alla tenacia e alla resilienza del popolo palestinese nel restare nelle proprie terre, praticando una forma di resistenza pacifica fondata sulla permanenza stessa.

One World signage
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Novembre: finanza climatica

Tra le questioni più delicate all’ordine del giorno della COP30 di Belém, in Brasile (10-21 novembre), c’è stata la “finanza climatica”: i fondi che governi, istituzioni finanziarie e attori privati destinati a progetti per contrastare il cambiamento climatico e sostenere le comunità nell'adattamento ai suoi effetti. Già la COP29, tenutasi nel 2024 a Baku, in Azerbaijan, aveva stabilito l’obiettivo di almeno 300 miliardi di dollari annui da parte delle nazioni sviluppate, con l’ambizione di mobilitare complessivamente 1.3 miliardi di dollari all’anno da fonti pubbliche e private. Tuttavia, l’accordo raggiunto mancava di chiarezza sui meccanismi di distribuzione dei fondi e si basava eccessivamente sui prestiti anziché su sussidi diretti. Inoltre, l’edizione di quest’anno ha avuto un forte valore simbolico a causa della scelta dell’Amazzonia come sua sede e ha riportato al centro delle discussioni internazionali la necessità di azioni concrete e condivise.

Dicembre: tedofori

Gli esperti di Babbel hanno scelto “tedofori” come ultima parola della retrospettiva linguistica dell’anno che sta per concludersi, sottolineandone il significato letterale: “portatore di fiaccola”, dal latino “teda” (fiaccola) unito al suffisso -foro (dal latino, a sua volta dal greco “ϕέρω”, che porta). In vista dei giochi invernali che si svolgeranno tra Milano e Cortina a inizio 2026, saranno ben 10.001 i tedofori incaricati di portare la Fiamma Olimpica lungo una staffetta di 12.000 km, attraversando tutte le 110 province italiane in circa 63 giorni. Questo viaggio cerimoniale che la condurrà da Olimpia, in Grecia, fino alla cerimonia di apertura a Milano, simboleggia la pace e l’unità tra i popoli.