Back to school: come ritardare l’introduzione dello smartphone
Secondo una ricerca di SaveFamily, il 55% degli intervistati considera gli smartwatch con controllo parentale un modo efficace per rinviare la consegna del primo telefono cellulare

Con l’avvicinarsi del nuovo anno scolastico entra in vigore per il secondo anno consecutivo la disposizione prevista dalla Circolare dell’11 luglio 2024 che proibisce l’uso dei telefoni cellulari nel primo ciclo di istruzione.
La misura nasce per contrastare fenomeni in crescita come la dipendenza da schermo e l’accesso precoce ai social. Secondo il più recente rapporto di Save the Children Italia (2025), il 32,6% dei bambini italiani tra i 6 e i 10 anni utilizza lo smartphone quotidianamente, contro il 18,4% registrato nel 2018-2019. Spesso il telefono è usato come passatempo, ma in molti casi i bambini vi accedono senza supervisione diretta.
Un’esposizione così precoce, in assenza di un’educazione digitale strutturata, può comportare rischi che vanno oltre il semplice tempo davanti allo schermo: contenuti inappropriati, interazioni online non filtrate, pressioni sociali e dinamiche di cyberbullismo. A questa età, i più piccoli non dispongono ancora di solide competenze per gestire la complessità delle relazioni digitali, e uno smartphone non mediato può incidere su concentrazione, benessere emotivo e autostima.

Lo smartwatch, una soluzione alternativa al telefono
Per conciliare sicurezza e rispetto delle regole scolastiche, SaveFamily ha progettato degli smartwatch pensati appositamente per i bambini, con funzioni limitate e controllabili, tra cui GPS con condivisione della posizione in tempo reale, possibilità di effettuare e ricevere chiamate da una lista ristretta di contatti, il tutto senza dare accesso a Internet o ai social.
I benefici non si limitano agli aspetti tecnici: gli smartwatch pensati per i più piccoli consentono infatti un avvicinamento alla tecnologia graduale e sicuro, aiutando i bambini a sviluppare un uso moderato e controllato degli strumenti digitali, favorendo così autonomia e responsabilità e riducendo il rischio di esposizione a contenuti o interazioni non adatti alla loro età.

Per i genitori, questi dispositivi offrono una rassicurazione concreta: sapere sempre dove si trova il proprio figlio e poterlo contattare in caso di necessità, senza ricorrere a uno smartphone che potrebbe aprire le porte del web senza supervisione. Secondo una ricerca di SaveFamily, il 55% degli intervistati considera gli smartwatch con controllo parentale un modo efficace per rinviare la consegna del primo telefono cellulare, una percentuale che sale al 67,3% tra i genitori di bambini dai 9 agli 11 anni.
L’importanza di un approccio graduale alla tecnologia
Per quanto ritardare l’introduzione dello smartphone nella vita dei più piccoli abbia un impatto significativo a livello individuale, è a livello di comunità che si gioca la sfida più grande: promuovere una riflessione condivisa su come accompagnare bambini e ragazzi verso un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali. Definire linee guida comuni tra famiglie, docenti e istituzioni è essenziale per orientarsi tra divieti, possibilità e nuove responsabilità educative, costruendo un percorso graduale in cui ogni strumento sia introdotto al momento giusto, nel rispetto dei tempi di crescita.