Dormiamo davvero così poco? Lo conferma lo Sleep Report 2025 firmato Amazfit

I dati emersi offrono uno spaccato chiaro: il sonno è una delle prime vittime dello stile di vita contemporaneo

Dormiamo davvero così poco? Lo conferma lo Sleep Report 2025 firmato Amazfit
Photo by Annie Spratt / Unsplash

Dormire bene è diventato uno dei grandi obiettivi della vita moderna, eppure sembra sempre più difficile da raggiungere. Tra ritmi frenetici, stress quotidiano e un uso costante della tecnologia, il tempo dedicato al riposo si riduce progressivamente. Ma dormiamo davvero così poco? A confermarlo è lo Sleep Report 2025 di Amazfit, che analizza le abitudini di sonno di milioni di utenti a livello globale. In particolare, i dati raccolti tramite la Zepp App in Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, Polonia e Italia evidenziano una forte correlazione tra orario di addormentamento e qualità del riposo e pur mostrando differenze significative da Paese a Paese: italiani e spagnoli dormono meno di tutti, mentre polacchi e tedeschi sono quelli che più frequentemente vanno a letto prima delle 22:00. Lo studio, inoltre, rivela che la regolarità del sonno – andare a letto ogni sera alla stessa ora – aumenta significativamente le probabilità di raggiungere almeno un’ora di sonno profondo, elemento chiave per il recupero.

Monitoraggio delle fasi del sonno
Monitoraggio delle fasi del sonno
“Il sonno è un pilastro del benessere, importante quanto alimentazione, esercizio fisico e gestione dello stress. Essenziale per atleti e sportivi ambiziosi, ma anche per chi si allena per piacere. Tuttavia, ciò che conta non è solo la durata del sonno, ma anche la sua regolarità e qualità, che include il sonno profondo, la velocità con cui ci addormentiamo e quante volte ci svegliamo durante la notte”, ha affermato Jesús Carrero di Zepp Health.

Italia: il Paese che dorme meno

Dalla rilevazione emerge che gli italiani dormono in media solo 7 ore a notte, il valore più basso registrato tra i Paesi analizzati. Anche la qualità del riposo risulta ridotta: appena il 67,23% degli adulti raggiunge almeno un’ora di sonno profondo, la fase cruciale per il recupero fisico e mentale. L’orario in cui ci si addormenta si conferma decisivo perchè chi va a dormire presto beneficia di un riposo sensibilmente migliore: il 76,83% degli italiani che si corica tra le 20:00 e le 21:59 ottiene almeno un’ora di sonno profondo, con una durata media complessiva di 7 ore e 50 minuti. Al contrario, tra chi si addormenta dopo mezzanotte la situazione peggiora drasticamente: la durata del sonno cala a 6 ore e 2 minuti, e solo il 54,25% raggiunge almeno un’ora di sonno profondo.

Monitoraggio delle sessioni di sport
Monitoraggio delle sessioni di sport

Gli atleti italiani: la regolarità fa la differenza

Gli atleti rappresentano un modello virtuoso nella gestione del riposo.Il maratoneta Yeman Crippa mantiene una routine stabile, dormendo dalle 23:00 alle 7:00 e concedendosi un breve riposo dopo pranzo per sostenere la doppia sessione di allenamento. Anche la tennista Bea González mostra un profilo di sonno ottimale, con 7 ore e 49 minuti di riposo totale e 1 ora e 24 minuti di sonno profondo, pari al 18% del totale. L’importanza del sonno è sottolineata anche da una delle protagoniste del tennis mondiale, Jasmine Paolini:

“Il sonno è davvero importante per il mio recupero. Quando dormo bene, mi sento più concentrata, più paziente e più esplosiva in campo. La differenza la noto subito: un buon sonno migliora i miei movimenti e mi aiuta a rimanere calma durante gli scambi lunghi o nei momenti difficili. Per me, il sonno è essenziale quanto l’allenamento o la nutrizione”.
Jasmine Paolini
Jasmine Paolini

Gli atleti professionisti: il sonno come alleato della performance

Il report evidenzia, inoltre, come gli atleti d’élite dedichino al sonno molte più ore rispetto alla popolazione generale. L’ultrarunner spagnola Rosa Lara Feliu dorme in media 9 ore e 37 minuti, con 2 ore e 21 minuti di sonno profondo, mentre l’ultramaratoneta neozelandese Ruth Croft ha registrato 10 ore e 14 minuti di sonno la notte precedente alla sua vittoria all’Ultra Mont-Blanc. In conclusione, il report Amazfit 2025 evidenzia come l’orario in cui si va a dormire sia uno dei fattori più influenti sulla qualità del sonno. È quindi fondamentale, per migliorare il benessere e il recupero quotidiano, anticipare l’addormentamento e mantenere una routine regolare, proprio come fanno gli atleti che utilizzano Amazfit per monitorare sonno, allenamento e recupero.

Ruth Croft
Ruth Croft